Disuguaglianze di reddito e di lavoro e povertà

Le disuguaglianze di reddito e di lavoro, fra loro strettamente connesse, e la povertà – che abbiamo ritenuto di includere in questa categoria – costituiscono la preoccupazione primaria e immediata delle persone e costituiscono uno dei terreni principali dell’azione delle organizzazioni promotrici del Forum, della ricerca accademica e delle proposte per l’azione pubblica.

 

Un primo gruppo di questioni attiene alla grande dimensione, persistenza, e concentrazione territoriale della povertà. Ad esse sono legati il tema del lavoro irregolare e sottopagato (se non in condizioni di schiavitù), delle basse retribuzioni di entrata, dello spiazzamento del lavoro a seguito dell’automazione, dei fortissimi divari retributivi, fra generi e all’interno delle aziende. Sono questioni che fanno capo ai principi costituzionali contenuti, oltre che all’articolo 3, agli articoli 36-38 e 53 e sono richiamati anche dall’Agenda 2030 nel target 1.1 (eliminazione della povertà estrema), 1.4 (uguale diritto alle risorse economiche); 10.1 (sostegno alla crescita del 40% più povero della popolazione); 10.2 (potenziamento dell’inclusione sociale, economica e politica); e 10.4 (adozione di politiche fiscali, salariali e di protezione sociale e raggiungimento di maggiore uguaglianza).

 

Le domande sono molteplici e possono essere così esemplificate: Quali sono le cause della diffusa povertà? Può un reddito di inclusione sociale risolvere i problemi della povertà cronica? Come facilitare la partecipazione al mercato del lavoro? Come accrescere la partecipazione al lavoro delle donne? Cosa fare quando il reddito da lavoro è insufficiente a sfuggire alla povertà? Qual è la condizione reddituale e lavorativa degli Italiani? I lavori atipici favoriscono l’esclusione sociale? I redditi da lavoro delle nuove generazioni sono sufficienti a garantire una vita autonoma?

 

A questi temi si accompagna il tema della riduzione della subalternità del lavoro dipendente, con riguardo alla sua autonomia, crescita formativa e accesso alle informazioni. Questo aspetto, centrale per attuare la “partecipazione dei lavoratori” prevista dall’articolo 3 della Costituzione, è tutelato anche dagli articoli costituzionali 35-37, 39-40 e 46. Attenzione a questo profilo troviamo anche nei seguenti target dell’Agenda 2030: per l’accesso alle conoscenze e al capitale immateriale, i target 1.4 (accesso a nuove tecnologie), 15.6 (riferito a patrimonio genetico), e 17.6-17.7-17.8 (diffusione e accesso a tecnologie); per la partecipazione dei lavoratori, i target 8.5 (lavoro dignitoso) e 8.8 (diritti del lavoro).

 

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