Laeticia Thissen ha elaborato e scritto il policy study “Towards care-led recovery for the European Union? A feminist analysis of national recovery and resilience plans“, commissionato dalla Foundation for European Progressive Studies (FEPS), nell’ambito del progetto Recovery Watch di cui fa parte anche il Forum Disuguaglianze e Diversità. Lo studio è stato presentato durante il seminario “Piani Nazionali di Ripresa e Resilienza: valutare per migliorare”
Considerando che il NextGenerationEU è stato istituito proprio per aiutare gli Stati membri a riparare i danni socioeconomici causati dalla pandemia, è lecito chiedersi in che modo le strategie di ripresa trattano gli abiti legati alla cura. Attraverso una lente lettura femminista della cura per esplorare come la cura viene affrontata in questo storico strumento di stimolo fiscale dell’UE.
In questo studio, viene analizzato l’approccio alla cura nei piani nazionali di ripresa e resilienza (PNRR) di otto paesi dell’UE (Austria, Belgio, Repubblica Ceca, Germania, Finlandia, Italia, Lettonia e Spagna). L’obiettivo è quello di capire in che misura i PNNR abbiano adottato un approccio orientato alla cura in risposta alla crisi dell’assistenza innegabilmente esacerbata dal COVID-19. Un’approfondita analisi qualitativa dei piani nazionali, integrata da una valutazione quantitativa, offre diversi elementi di risposta.
In primo luogo, l’analisi mostra che, nonostante i limitati incentivi europei a promuovere una transizione assistenziale, i piani nazionali affrontano tutti il tema dell’assistenza, ma in misura significativamente inferiore rispetto ad altre priorità di spesa, come quelle legate alle transizioni verdi e digitali.
In secondo luogo, la portata delle misure di assistenza nei piani nazionali rispecchia in misura significativa i regimi di assistenza preesistenti.
Il terzo luogo, l’analisi rivela che c’è una convergenza generale verso soluzioni simili, con l’istituzionalizzazione dell’assistenza all’infanzia e la deistituzionalizzazione dell’assistenza a lungo termine, ma il riconoscimento dei problemi alla base degli squilibri assistenziali è inquadrato in modi contrastanti. La maggior parte dei paesi presenta cura e assistenza come un costo o un onere; solo pochi paesi seguono un percorso diverso, presentando i servizi di cura come un valore in sé e considerandoli più esplicitamente necessari per raggiungere obiettivi di inclusività, equità e benessere sociale.
In quarto luogo, l’esame dei PNRR rivela una tendenza ampiamente condivisa ad adottare una prospettiva legata al ciclo di vita, dando almeno un certo grado di considerazione a tutte le fasi della cura. A parte alcune eccezioni – la maggior parte dei PNNR studiati non riconosce la dimensione intrinsecamente intersezionale e transfrontaliera dell’assistenza, esemplificata dall’assenza di considerazione per l’assistenza domestica.
L’analisi che è possibile svolgere ora, in un momento in cui l’implementazione dei piani è solo all’inizio, corrobora l’idea che la ripresa possa servire da vero e proprio trampolino di lancio per un cambiamento del paradigma nel settore della cura. Questo vale, in particolare, per i paesi con livelli più bassi di sostegno alle famiglie. Tuttavia, considerando i limitati incentivi indotti dall’UE per gli investimenti e le riforme nel settore di cura e assistenza nell’ambito del NextGenEU, quello che conta è la volontà politica a livello nazionale.