Nel suo articolo su questo numero del Menabò e nel suo innovativo libro, Massimo Florio propone tre infrastrutture di ricerca e produzione europee nel settore biomedico, in quello ambientale e nell’ambito della digitalizzazione e gestione dei dati. Queste infrastrutture integrerebbero il ruolo di centri di ricerca con la produzione di oggetti ad alto contenuto tecnologico come già avviene per il CERN e per l’Agenzia Spaziale Europea. Condivido integralmente le proposte di Florio. Questo non è un caso visto che abbiamo attivamente cooperato alla stesura delle due prime proposte del Forum DD, presentate a Roma nel marzo del 2019, che erano strettamente interconnesse.
La prima partiva da una analisi del capitalismo dei monopoli intellettuali e della monopolizzazione della conoscenza e suggeriva una possibile riforma del WTO e dei TRIPs. La tesi era che il WTO non dovesse solo tutelare i diritti di proprietà intellettuale ma anche assicurare che vi fosse un adeguato investimento in scienza aperta. Altrimenti ogni Stato in collaborazione con le sue imprese avrebbe fatto una concorrenza sleale agli altri nella produzione di conoscenza. Si notava come la monopolizzazione della conoscenza non avesse solo portato a un aumento di diseguaglianze ma anche a una stagnazione dell’economia globale e si proponevano forme di esproprio dei diritti di proprietà intellettuale ogni volta che essi costituissero un blocco a investimenti innovativi o un ostacolo per il raggiungimento di importanti fini collettivi.
La seconda proposta del Forum sottolineava come l’esistenza di una scienza aperta fosse una condizione necessaria ma non sufficiente per la rottura di questi oligopoli. Questi potevano altrimenti sfruttare la scienza aperta brevettando i processi più a valle del processo innovativo. In questo senso si notava che gli investimenti in scienza aperta, quando non accompagnati da politiche che favorissero l’apertura e la concorrenza nei mercati, potevano addirittura rafforzare i monopoli e aggravare le diseguaglianze. Come già sostenuto anche nella seconda proposta del Forum DD il libro di Florio critica anche i modi tradizionali di liberalizzare i mercati e suggerisce una via alternativa per raggiungere questo obiettivo, che consiste proprio nella creazione di organizzazioni europee in grado di mettere insieme produzione di open science e di prodotti finiti.
Cercherò di illustrare l’importanza e l’urgenza di queste proposte facendo riferimento all’attuale pandemia e in particolare all’uso dei brevetti per i vaccini di cui in tanti, compreso il Forum DD, abbiamo ormai da tempo chiesto una sospensiva. Farò quindi prevalentemente riferimento alla prima parte del libro in cui Florio propone un’organizzazione europea nel settore biomedico che chiama provvisoriamente BIOMED.
Di solito i vaccini non sono molto attraenti per le imprese farmaceutiche. Comportano investimenti ingenti e dagli esiti incerti in ricerca e possono estirpare il virus che è la fonte dei loro profitti. I vaccini sono stati…
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Ugo Pagano – Menabò n. 160/2021
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