Profonde disuguaglianze generazionali penalizzano i giovani e le giovani italiane, che con la crisi dovuta a Covid-19 vedranno le loro opportunità restringersi ulteriormente. Come reagire?
Il lavoro del Forum è per noi da lungo tempo fonte di ispirazione e riflessione. Le proposte che illustrate al punto IV e V del documento “Durante e dopo la crisi”, alcune delle quali toccate anche nel nostro Manifesto, sono fondamentali, nel lungo termine, per l’appianamento della disuguaglianza generazionale. L’Italia sta invecchiando e, proporzionalmente al nostro “spazio demografico”, si restringe gradualmente anche il nostro spazio sociale, economico, politico, culturale. La nostra generazione, quella under 35, già avvinta dalla cosiddetta “tenaglia generazionale”, è anche l’unica ad affrontare ben due crisi economiche nel periodo di accesso al mondo del lavoro.
Una condizione, pertanto, destinata a peggiorare durante e dopo questa pandemia, soprattutto considerando la grave sproporzione tra l’effettivo rischio sanitario, quasi nullo (i dati lo confermano) e l’impatto economico, ben più pesante, sulle fasce più giovani, già precarie e prevalentemente impiegate nei settori cosiddetti “non-essenziali”. È il paradosso dell’epidemia: pur costituendo la categoria su cui grava il minor rischio sanitario, e quindi quella da cui far scaturire una ripartenza “sana”, siamo costretti all’immobilità, in quanto potenziale veicolo di contagio per le fasce più deboli. Privi di una sicurezza economica tale da consentire l’indipendenza dal nucleo familiare, il 49% della fascia compresa tra i 25 e i 34 anni ad oggi convive con i propri genitori.
La nostra riflessione, nata come una richiesta di spazi, si è presto trasformata in una rivendicazione di ruoli, volta a costruire un’immagine diversa dei giovani in Italia come attori e non spettatori nell’attuale sistema socio-economico. In pieno lockdown, dalla condizione di stallo in cui ci siamo trovate costrette, nasce dunque assembraMenti, un movimento per la parità intergenerazionale a cui, con questo intervento, vogliamo dare voce, e che ha già dato vita ad una campagna, attiva sulla nostra pagina Instagram, un Manifesto, e un articolo di inchiesta sull’impatto dell’epidemia e dei suoi effetti collaterali, sulla fascia under 35.
In particolare, la proposta di istituzione di un’eredità universale risulta una risposta efficace alla carenza di strumenti per favorire la fuoriuscita dei giovani dal nucleo familiare e, in definitiva, per lo scardinamento del welfare familistico. Una soluzione, quasi rivoluzionaria, che non possiamo che appoggiare, in attesa che anche l’attuale dibattito politico sul tema sia abbastanza maturo da coglierne il valore, superando la considerazione dei giovani come mera appendice del sistema famiglia.
Riguardo al piano di accelerazione del turnover generazionale in ambito pubblico, dobbiamo notare che si tratta di un processo in parte già iniziato con il recente sblocco dei concorsi pubblici, la cui prosecuzione si rivela più che mai fondamentale oggi nell’ottica di implementazione del digitale. Tuttavia crediamo che accanto all’attenzione per la PA, debba necessariamente aggiungersi un’accelerazione dell’accesso al mondo delle professioni. Il sistema delle abilitazioni, ormai fatiscente per requisiti, modalità e tempi di svolgimento, con l’epidemia è crollato, mostrando tutti i suoi limiti. La crisi ci offre l’occasione per ricostruirlo da capo, o, in alternativa, per avere il coraggio di abolirlo.
Noto punto dolente è infine il rinnovamento dei gruppi dirigenti amministrativi e politici, una questione che crediamo non dipenda totalmente dalla nostra buona volontà. Il nostro Manifesto si allinea con voi nel riconoscere l’esigenza di includere una rappresentanza under 35 ai tavoli di decisione, affinché la nostra categoria possa portare le proprie istanze a livello istituzionale. Tuttavia, attendere che siano “i migliori quadri di vertice di vecchi e nuovi partiti [a trovare] il coraggio e la forza di abbassare il ponte levatoio per farci entrare”, difficilmente può costituire un’opzione percorribile. Nemmeno noi confidiamo in vuote rottamazioni, ma crediamo che sia necessario spingersi oltre per dare concretezza a questa esigenza di ricambio generazionale.
È forse giunto il tempo delle “quote-giovani”? Si tratta di una provocazione, che, tuttavia, speriamo generi spunti di riflessione, anche in vista di soluzioni alternative, per chiunque abbia a cuore la condizione degli under 35 in Italia. Perché a volte occorre partire da una parità per imposizione per arrivare ad una parità per scelta, che riconosca il valore aggiunto dei nuovi inclusi.
* assembraMenti è un movimento per la parità intergenerazionale, fondato da Elena Giacomelli, Caterina Bortolaso, Kiran Chaudhuri e Francesca Trombetta, quattro giovani donne nate nel 1992. Nasce dalle riflessioni di un gruppo di dottorande, studentesse e praticanti durante il periodo di lockdown conseguente all’epidemia da Covid-19. Con l’intento di costruire una comune identità per la generazione under 35 e di sensibilizzare l’opinione pubblica in merito alle disuguaglianze di riconoscimento, assembraMenti ha lanciato, dalla propria pagina instagram. la campagna #seigiovanecidicono e un Manifesto aperto alla firma.