Dalla metà degli anni ’90 è in atto una vera e propria inversione delle fortune, con lo 0,1% più ricco della popolazione che ha visto raddoppiare la ricchezza netta media. Una disparità che rischia di cristallizzarsi, a scapito dell’uguaglianza di opportunità. Questo articolo è stato pubblicato su Lavoce.info (17/5/2021)
In molti si chiedono come siano distribuiti i patrimoni delle famiglie italiane. In un nuovo lavoro, svolto in collaborazione con Paolo Acciari e Facundo Alvaredo, mostriamo come il nostro paese sia stato investito da una vera e propria inversione delle fortune a partire dalla metà degli anni 90 e fino al 2016: lo 0,1 per cento più ricco ha visto raddoppiare la sua ricchezza netta media reale (da 7,6 milioni di euro a 15,8 milioni di euro ai prezzi del 2016), facendo raddoppiare la sua quota dal 5,5 al 9,3 per cento. Al contrario, il 50 per cento più povero controllava l’11,7 per cento della ricchezza totale nel 1995, e il 3,5 nel 2016 (Figura 1a); ciò corrisponde a un calo dell’80 per cento della sua ricchezza netta media (da 27 mila a 7 mila euro a prezzi 2016). Nel 1995, la quota del 40 per cento medio era molto simile a quella del 10 per cento superiore, ma è invece diminuita nel tempo di quasi 5 punti percentuali (Figura 1b). La quota spettante al top 0,01 per cento (i 5 mila adulti più ricchi) è quasi triplicata, passando dall’1,8 al 5 per cento.