A San Giovanni a Teduccio a Napoli, Legambiente Campania porta avanti il progetto “Ridiamo Ossigeno ai Quartieri”, sostenuto con i fondi dell’8 per mille alla Chiesa Valdese. Nel quartiere è nata una Comunità Energetica e Solidale: quaranta famiglie che, oltre ad essere parte della comunità energetica, partecipano ad un percorso di educazione ambientale ed sull’energia. Un forte tessuto associativo supporta la costruzione di una rete di relazioni tra e con gli abitanti
Nell’ambito delle attività di “Ridiamo ossigeno ai quartieri” abbiamo scelto di approfondire il punto di vista di tre importanti realtà del territorio intervistando dei “testimoni privilegiati”. Giuseppe Gaudino, Valeria Pirone e Anna Riccardi, operano in ambiti diversi nel quartiere San Giovanni portando avanti il lavoro sinergico e cooperativo che ha dato vita al nuovo welfare locale di prossimità. Le domande che abbiamo posto hanno l’obiettivo di ricostruire l’evoluzione del quartiere secondo la loro esperienza, tenendo presente la novità del progetto della Comunità Energetica e Solidale e valutandone il potenziale e la replicabilità.
Giuseppe Gaudino è un attore della compagnia Nest. L’omonimo teatro, alla sua sesta stagione teatrale, ha trovato il suo palco e la sua platea da 99 posti in una palestra abbandonata all’interno di una scuola del quartiere di San Giovanni a Teduccio. Uno spazio per fare arte e teatro anche attraverso laboratori soprattutto rivolti ai ragazzi della periferia est di Napoli, ma non solo questo. A Giuseppe abbiamo chiesto cosa pensasse della trasfromazione di San Giovanni a Teduccio degli ultimi 15 anni, da zona industriale a quartiere senza identità. “Ho iniziato a lavorare nel quartiere di San Giovanni a Teduccio grazie al mio amico e collega Francesco di Leva 10 anni fa”, racconta Giuseppe. “Negli anni ho avuto modo di ascoltare le storie che hanno attraversato il teatro e che raccontavano di un quartiere ricco di industrie, tra queste una delle più famose era la Cirio, negli anni molte fabbriche sono state chiuse, staccando la spina ad imprese importanti e lasciando in cambio nulla. Nonostante questo il fermento sociale è molto vivo, ci sono diverse associazioni che lavorano sul territorio e per il territorio, penso all’Associazione Figli in Famiglia di Carmela Manco o alla Fondazione famiglia di Maria presieduta da Anna Riccardi. E’ infatti dalla rete che il NEST ha costituito con queste associazioni che attingiamo la giusta energia per affrontare la complessa sfida di un quartiere che va aiutato e seguito nella sua rinascita”.
Della Comunità Energetica e Solidale e della possibiltà concreta che gli abitanti del quartiere, con l’ausilio degli enti e delle associazioni locali, comprendano la grande opportunità sia economica che ambientale per tutto il territorio che essa rappresenta abbiamo chiesto a Valeria Pirone, dirigente scolastica dell’istituto comprensivo Vittorino da Feltre che comprende 4 plessi nelle aree più degradate del quartiere di San Giovanni a Teduccio come il Rione Nuova Villa e il cosiddetto “Bronx”.
“Il progetto della comunità energetica è ambizioso e in questo periodo lo definirei anche cruciale, uno dei pochi motivi che fanno ritornare il sorriso in questo momento storico, restituendo speranza”, ha dichiarato Valeria. “E’ chiaro che ognuno dovrà fare la sua parte, noi come scuola abbiamo individuato due famiglie della nostra utenza che faranno parte della comunità energetica. Oltre a tutte le realtà del terzo settore che animano il quartiere credo che valga la pena citare anche il polo universitario della Federico II, che forse insieme a questo progetto sono gli unici segnali che restituiscono la possibilità di continuare a sperare che qualcosa possa rinascere dalle macerie di questo quartiere”.
Infine ci siamo confrontati con Anna Riccardi Presidente della Fondazione Famiglia di Maria, ente che opera nel quartiere di San Giovanni a Teduccio principalmente attraverso due servizi del Comune di Napoli, l’educativa territoriale e il centro polifuzionale per minori. E’ sui tetti di questa fondazione che è stata realizzata la Comunità Energetica e Solidale di San Giovanni. A lei abbiamo chiesto quale fosse il suo consiglio per migliorare la ricchezza comune e e favorire la nascita di ulteriori comunità energetiche. “Senza nessuna vena polemica la prima cosa che sento di dire è: studiate!, ci dice Anna. “Bisogna studiare le leggi e le normative perché gli impedimenti burocratici a volte sembrano essere insormontabili. Noi stessi abbiamo avuto uno stop di qualche mese perché negli uffici competenti non si dava seguito alle normative che favoriscono la nascita delle comunità energetiche. Noi siamo a disposizione, non solo per mostrare il nostro impianto, ma anche per mettere a disposizione il nostro statuto, siamo pronti a condividere la nostra esperienza per fare in modo che altre comunità energetiche e solidali possano nascere nella nostra città, in Campania ma anche in tutta Italia”.