Giustizia ambientale e sociale si conquistano assieme. Per questo le politiche ambientali devono come prima cosa mirare a migliorare le condizioni dei più vulnerabili
Lo scorso 14 ottobre Legambiente e Forum Disuguaglianze e Diversità hanno presentato alcune proposte per la legge di bilancio 2020, in linea con le idee del Green New Deal americano. Il lavoro congiunto ha consentito di tirare fuori alcune proposte concrete – già in parte tracciate/abbozzate/previste nella proposta 10 tra le 15 per la giustizia sociale presentate a marzo dal ForumDD – che consentono di spostare la fiscalità sulle fonti fossili, far pagare le rendite a danno dell’ambiente, spingere sempre di più economia circolare e fonti rinnovabili, disegnare misure ambientali che favoriscano i più vulnerabili, partire dalla chiave ambientale per aggredire le disuguaglianze.
Le risorse per mettere in campo una ambiziosa politica ambientale esistono già nel bilancio dello Stato, a partire dagli oltre 19 miliardi di sussidi ambientalmente dannosi che riguardano settori strategici come trasporti, industria, agricoltura, usi civili e che devono trasformarsi in investimenti in innovazione ambientale a vantaggio delle imprese e delle famiglie e delle fasce più vulnerabili della popolazione.
“È stata per noi del ForumDD un’occasione sfidante collaborare proprio con Legambiente, che di ForumDD è parte, mettere in pratica, con proposte concrete, l’idea che con forza abbiamo condiviso: che giustizia sociale e ambientale vadano per forza assieme, anzi, che siano parte della stessa cosa, la libertà sostanziale di ogni persona di vivere la vita che è nelle proprie corde vivere e di salvaguardare anzi ampliare questa libertà per chi viene dopo di noi. Sono proposte ambientali di cui proprio i ceti deboli sono i primi beneficiari. Un cambio di passo”, ha detto Fabrizio Barca, Coordinatore del Forum Disuguaglianze e Diversità nei saluti iniziali.
Già nel 2020 lo Stato potrebbe recuperare oltre un miliardo di euro da rendite ai danni dell’ambiente e sussidi alle fonti fossili che possono essere investiti in interventi di cui il Paese ha urgente bisogno. Intervenendo con gradualità, si può stimare che queste entrate possano arrivare nel 2025 a 2,5 miliardi di Euro semplicemente applicando i canoni in vigore negli altri Paesi europei. La revisione della fiscalità legata a obiettivi ambientali, la riconversione dei sussidi alle fossili in incentivi e investimenti green, l’introduzione di una carbon tax, potrebbero permettere di recuperare risorse, crescenti da destinare per metà agli investimenti green e per metà alla riduzione della fiscalità sul lavoro in particolare per chi guadagna di meno. Tutto ciò permetterebbe complessivamente al 2030 di arrivare a mobilitare risorse per oltre 50 miliardi di Euro all’anno, tra fondi europei e nazionali, per muovere davvero la transizione energetica. Ma non basteranno nuove risorse, serve anche un cambio delle politiche e delle priorità, perché sono fermi i cantieri che servono ossia quelli di metropolitane e tram, impianti eolici e fotovoltaici, di riqualificazione energetica degli edifici e messa in sicurezza del territorio, che potrebbero avere un effetto importante sul fronte sia della giustizia ambientale che della giustizia sociale, mentre anche questo Governo sembra puntare su strade, autostrade e centrali a gas. Per questo Legambiente e Forum hanno individuato 10 obiettivi per ridefinire le politiche pubbliche, che rappresentano altrettante missioni su cui focalizzare gli investimenti green. Tra le priorità si chiede che venga stabilito il coordinamento delle politiche per la transizione ecologica e sociale presso la presidenza del consiglio, che si investa nell’informazione e creazione di opportunità di riduzione della spesa energetica per chi ne ha più bisogno, che si rilancino gli investimenti dei Comuni, senza dimenticare di aiutare i territori e le imprese interessate da crisi industriali con la chiusura delle centrali a carbone convogliando qui le risorse europee previste nella nuova programmazione 2021-2027 e creare opportunità di bonifica, riqualificazione e creazione di nuove attività.
Uno scenario di cambiamento ambientale che deve essere impostato con grande attenzione, perché i vantaggi e le opportunità che può aprire non riguardano automaticamente tutti. Servono politiche attente a evitare che alcuni luoghi e lavoratori paghino le conseguenze della chiusura di centrali e produzioni inquinanti, e che il taglio dei sussidi alle fossili sia accompagnato da incentivi per dare la possibilità a tutti di scegliere le alternative sostenibili nei diversi settori. Bisogna scongiurare il rischio che si allarghi il divario delle possibilità tra chi si potrà permettere di cambiare – con una casa certificata, il solare, l’auto elettrica, prodotti biologici, ecc – e chi si troverà a pagare di più per i servizi, l’abitazione in cui vive e per muoversi, senza vedere alcun miglioramento e con il rischio di perdere il lavoro. Con questo documento di proposte Legambiente, insieme al ForumDD, vuole aprire un confronto sulle scelte che l’Italia dovrà intraprendere per accelerare una transizione ecologica guidata da obiettivi di giustizia sociale e con interventi che favoriscano le fasce più deboli. Senza dimenticare che due sfide sono fondamentali in questa partita: coinvolgere le famiglie e creare opportunità di cambiamento che siano davvero per tutti ed insieme investire sulla capacità della pubblica amministrazione di qualificare la domanda pubblica e di sostenere l’innovazione adottando criteri di sostenibilità ambientale e sociale.
“La transizione energetica è una grande opportunità – spiega Edoardo Zanchini, vicepresidente di Legambiente – di rilancio industriale e economico per un Paese come l’Italia. Tutti gli studi e i dati confermano che investire in questa direzione conviene. Lo dimostra la crescita di nuove imprese e dell’occupazione nei settori che più stanno andando in una direzione dove si tiene assieme qualità e innovazione: dal turismo all’agricoltura biologica, dal mondo del riciclo a quello dell’efficienza energetica. Le scelte di investimento in campo ambientale oggi hanno molto a che fare con il rilancio dell’economia, la disoccupazione, l’attrattività del nostro Paese per chi vuole investire o scegliere di venire a vivere in Italia o rimanerci. Oggi questa prospettiva è ancora più credibile per gli impegni presi dalla nuova Commissione Europea guidata da Ursula Von der Leyen, che ha annunciato di voler fare del Green New Deal una priorità strategica, per la quale prevedere fino a un miliardo di Euro di investimenti in dieci anni e una più forte ambizione rispetto agli obiettivi. Con questa iniziativa insieme al Forum delle Diseguaglianze vogliamo aprire un confronto per accelerare in una transizione ecologica guidata da obiettivi di giustizia sociale”.
E’ possibile scaricare qui le proposte presentate da Legambiente e dal ForumDD.