Ridurre le disuguaglianze economiche: la forte concentrazione della conoscenza e della ricchezza; i redditi bassi e precari; la mortificazione della dignità e autonomia del lavoro, soprattutto delle donne; la distanza dei punti di partenza dei giovani quando progettano la vita.
Ridurre le disuguaglianze sociali: i divari nell’accesso e qualità dei servizi fondamentali – salute, welfare, istruzione, mobilità, comunicazione – che colpiscono i cittadini di vasti territori marginalizzati; la perdita di controllo sui nostri dati, personali e collettivi; i privilegi nell’accesso alla ricchezza comune.
Ridurre le disuguaglianze di riconoscimento: il mancato riconoscimento e rispetto, per chi non esercita potere, dei propri valori, del proprio contributo, delle proprie aspirazioni; la disumanizzazione dei servizi.
Fermare la dinamica autoritaria generata dalle tre disuguaglianze, che si esprime in rabbia e risentimento, in sfiducia nelle classi dirigenti di ogni genere, nella domanda di autorità repressive, nella rinuncia a progetti di emancipazione collettiva.