La sentenza 131 della Corte costituzionale è un punto di svolta nei rapporti tra la pubblica amministrazione e il Terzo settore per riconoscere pienamente coprogettazione e coprogrammazione. Euricse organizza un convegno per discuterne oggi alle 14.00.
La sentenza della Corte costituzionale 131 del 2020 rappresenta un punto di svolta nei rapporti tra la pubblica amministrazione e il Terzo settore, in quanto dà pieno riconoscimento all’articolo 55 del Codice del terzo settore e, in particolare, agli istituti della coprogettazione e alla coprogrammazione.
Il contesto legislativo
La sentenza 131/2020 della Corte riguarda gli articoli 55, 56 e 57 del Codice del terzo settore, approvato nel 2017. Questi tre articoli, il 55 in particolare, prevedono per la pubblica amministrazione la possibilità di instaurare le relazioni con le organizzazioni del Terzo settore, ricorrendo, anziché agli strumenti classici del Codice degli appalti, a quelli della coprogrammazione e coprogettazione. L’articolo 55 ha raccolto immediatamente un consenso largo, anche tra le pubbliche amministrazioni che erano stanche di dover indire gare anche per somme modeste per servizi particolarmente delicati come quelli sociali. L’applicazione dell’articolo ha tuttavia incontrato prima la resistenza dell’Autorità nazionale anticorruzione (Anac) e poi del Consiglio di Stato, secondo cui l’articolo del Codice non sarebbe applicabile, perché in contrasto con il diritto europeo. Pur essendo solo un parere, quest’ultimo intervento ha bloccato o rallentato molti processi di coprogrammazione e coprogettazione.
La sentenza “rivoluzionaria”
A questo punto è entrata in gioco la sentenza 131 della Corte costituzionale, originata dal dubbio di costituzionalità di un articolo della legge sulle cooperative di comunità dell’Umbria che prevedeva la possibilità di applicare l’art. 55 senza precisare se riguardasse tutte o solo a quelle iscritte la Registro del Terzo settore. Il Governo aveva infatti impugnato la norma considerandola un’invasione di competenza, evidenziando il rischio che si ricorresse all’articolo 55 del Codice anche per enti non di Terzo settore. La Corte costituzionale non si è limitata a rispondere al quesito affermando che la legge umbra si può applicare solo se le cooperative di comunità da essa regolamentate sono anche enti del Terzo settore, bensì è intervenuta su tutto l’impianto dell’articolo 55 (e seguenti). Nello specifico i giudici hanno affermato che quanto previsto da questo articolo non solo è coerente con la Costituzione, ma ne realizza uno dei principi più innovativi, quello di sussidiarietà. Inoltre la Corte ha esplicitamente richiamato la rilevanza delle forme di amministrazione condivisa e ha dichiarato l’art.55 compatibile con il diritto europeo. In sostanza, ha smantellato punto per punto il parere del Consiglio di Stato. La sentenza 131 ha fatto quindi piazza pulita da qualsiasi dubbio sull’applicabilità degli art. 55, 56 e 57 ed è destinata ad aprire una nuova fase nei rapporti tra amministrazioni pubbliche e Terzo settore proprio in una fase in cui ce ne sarà grande bisogno.
I prossimi passi
Fino ad oggi sono state poche le amministrazioni che hanno fatto ricorso all’articolo 55, magari estendendolo oltre i servizi sociali. A pensarci bene, in questi ultimi due anni nemmeno la cooperazione sociale e le sue rappresentanze hanno espresso un genuino entusiasmo verso l’articolo 55. Quello di cui c’è bisogno ora per cambiare marcia sono innanzitutto linee guida che aiutino le amministrazioni a dare avvio e a concretizzare tutto il processo che va dalla rilevazione dei bisogni all’individuazione e progettazione dei servizi, fino all’accreditamento dei soggetti che li gestiranno. Non deve tuttavia modificarsi solo il modo di porsi e di operare degli enti pubblici; devono cambiare anche gli enti di Terzo settore e, in particolare, le imprese sociali, che fino ad oggi si sono troppo spesso piegati alle esigenze – quando non ai dictat – del loro principale committente, perdendo molta dell’autonomia che li aveva caratterizzati fino all’inizio del secolo. In particolare devono recuperare quelle abilità che anche la sentenza della Corte riconosce: capacità di individuare bisogni e proporre risposte efficaci. Soprattutto a partire dalla situazione che si è creata a causa del Covid e che impone la riprogettazione di molti servizi.
Il convegno
Lunedì 26 ottobre dalle 14 alle 17 Euricse organizza il convegno online “Terzo settore e pubblica amministrazione: la svolta della Corte Costituzionale” radunando alcuni tra i massimi studiosi dei rapporti tra ente pubblico e terzo settore. Oltre al presidente di Euricse Carlo Borzaga, interverranno Paola Iamiceli, Luca Gori, Silvia Pellizzari, Felice Scalvini e Gregorio Arena.
L’evento si potrà seguire in streaming aperto a tutti su YouTube a questo link. Per interagire con i relatori si potrà commentare su Youtube o inviare una mail a press@euricse.eu. È comunque consigliata l’iscrizione a questo link.