Riprendiamoci la modernità, governando collettivamente i dati e l’intelligenza artificiale
Non esiste una bacchetta magica che ci consenta di rovesciare l’attuale condizione di “sovranità privata”, quella delle grandi corporations, sui nostri dati e sull’uso degli algoritmi di apprendimento automatico, e di costruire una “sovranità collettiva” (che è cosa ben diversa dalla “sovranità statale”). Ma esistono molte diverse strade per farlo, sulle quali impegnarsi in parallelo, e che sono raccolte nella proposta del ForumDD su cui abbiamo iniziato a lavorare con la Scuola critica del Digitale del Centro Riforma dello Stato (CRS), predisponendo un piano di lavoro comune, articolato in quattro mosse operative: una campagna di sensibilizzazione; la formazione e la ricerca con organizzazioni di cittadinanza; sperimentazioni territoriali a partire da esperienze internazionali; la declinazione sul piano digitale di altre proposte del ForumDD. Un momento significativo del confronto lo ha rappresentato il seminario “Dati della città. Politiche e sperimentazioni per un diverso governo dei dati digitali delle città” dove Francesca Bria ed Edvgenij Morozov hanno commentato le esperienze di quattro città italiane impegnate sui diritti digitali e la sovranità sui dati di cittadini e cittadine.
A seguito del drastico cambiamento dei luoghi e tempi di lavoro, irreversibilmente accelerato dalla crisi sanitaria innescata dalla pandemia, abbiamo avanzato un’alternativa tra lavoro in azienda e lavoro da casa: le “officine municipali” realizzabili sia nei quartieri delle grandi città che nei piccoli comuni. Una “officina municipale” è uno spazio di lavoro raggiungibile a piedi o in bicicletta, sicuro, ben attrezzato e ben connesso. Al suo interno potranno lavorare tutti coloro che siano costretti a lavorare da remoto, ma non vogliano o non possano utilizzare a tale scopo la propria casa. La sua organizzazione e i servizi comuni di cui sarà dotata l’officina municipale saranno l’esito di una negoziazione tra tre tipi diversi di interessi, quello delle imprese, quello delle comunità territoriali, quello dei lavoratori.
Nel 2020 sono stati co-organizzati, con il Centro per la Riforma dello Stato, altri seminari divulgativi: Che cosa c’è dentro l’App per il contact tracing?, la presentazione del libro Red Mirror, l’etica dei Robot Killer e ‘Non solo Rider’ e la giornata “Trasformazione digitale. Orientarla alla giustizia sociale garantendo sovranità popolare” all’interno della manifestazione “OpenForumDD: 16 giorni in diretta… proposte, dialoghi e strategie per il Paese di domani.
Nel mese di febbraio 2021, realizzando uno degli obiettivi del Piano, quello della formazione, abbiamo lanciato la prima Scuola popolare sui dati digitali per condividere strumenti critici per l’interpretazione delle realtà rappresentata attraverso i dati digitali. Il corso, coordinato da Carlo Batini e Giulio De Petra, si articola in 11 incontri on line, dal 23 febbraio al 15 giugno 2021.
Il 3 giugno 2021 alle 17:30 Forum Disuguaglianze e Diversità e Centro per la Riforma dello Stato organizzano il convegno online “Un nuovo posto per il lavoro da remoto” con l’obiettivo di raccontare, nella loro diversità, alcune delle iniziative locali che si stanno progettando e avviare il confronto con i decisori pubblici sulle possibilità di sostegno e le opportunità di generalizzazione di queste esperienze. La proposta ha infatti suscitato interesse in diversi contesti territoriali, ciascuno dei quali l’ha rielaborata in base alle proprie caratteristiche e condizioni di partenza.
Nell’ambito del Festival della Partecipazione 2022, il 24 giugno Forum Disuguaglianze e Diversità e il Centro per la Riforma dello Stato hanno organizzato l’evento “Restituire i dati alle comunità. Verso forme di condivisione e gestione collettiva dei dati”, per discutere una proposta su come restituire i dati alle comunità, ovvero significa trovare i modi per rendere i dati disponibili il più facilmente possibile a coloro che li vogliono usare, superando i silos e inventando modalità di intermediazione tra detentori e utilizzatori che moltiplichino l’utilizzo nell’interesse collettivo, per affrontare problemi sociali, ambientali, economici, sanitari.