La tecnologia controlla la produzione, l’orario, le scelte, i turni. E ora serve un nuovo modello di contrattazione. Perché le formule matematiche possono essere modificate, discusse e negoziate con i sindacati. Articolo di Gloria Riva
«Una volta si fabbricavano cinque cabine al giorno. Adesso se ne fanno dieci», in un paio d’anni la produttività alla milanese Kone, leader nella realizzazione di ascensori, è raddoppiata. Evviva. Merito di Industry 4.0 e della nuova organizzazione flessibile del lavoro. Ma esattamente, cos’è cambiato? «Hanno inserito questi schermi, si chiamano Andon, controllano ogni fase dell’assemblaggio e indicano l’obiettivo da raggiungere. Abbiamo chiesto spiegazioni e l’azienda ci ha detto che non è un obbligo arrivare a quel numero. Ma quando Andon diventa rosso e sul monitor appare il ritardo, alle persone viene l’ansia e iniziano ad accelerare. Noi, come rappresentanti dei lavoratori, dicevamo che dieci cabine obiettivo erano troppe, che lavorando normalmente se ne fanno sette, ma con i lavoratori interinali che corrono e ne fanno undici…», racconta una tuta blu della Kone.