Nel 2019 il ForumDD ha dedicato una proposta al rafforzamento dei Workers Buyout come strada per consentire ai lavoratori e alle lavoratrici di rilanciare la propria impresa divenendone proprietari e proprietarie. La Fondazione di Comunità di Messina, organizzazione promotrice del ForumDD, è da anni impegnata su questo e ha accompagnato la nascita e il consolidamento di oltre 150 imprese generando oltre 500 posti di lavoro. Con i lavoratori delle Ceramiche Siciliane Pattesi ha operato attraverso il rafforzamento delle competenze manageriali, ha supportato la pianificazione economico finanziaria e ha favorito l’attrazione delle risorse finanziarie per un sano start up
Dopo la liquidazione volontaria delle Ceramiche Siciliane Ruggeri di Patti (Me), 7 ex dipendenti decidono di investire la propria indennità di licenziamento per costituirsi in cooperativa e continuare la produzione di ceramiche dipinte a mano di alta qualità. Una decisione che tiene insieme la salvaguardia di posti di lavoro e il rilancio di una tradizione storica.
Attiva da fine giugno 2021, la cooperativa Ceramiche Siciliane Pattesi ha già registrato, in poco più di cinque mesi di attività, un fatturato di 185mila euro che le ha permesso di chiudere positivamente il primo bilancio con un utile pari a 30.000 euro. «Abbiamo deciso di metterci in gioco in prima persona. Una sfida che da subito ha avuto un riscontro positivo, sia in Italia sia all’estero, anche per il rinnovo dei modelli stilistici del design e le richieste sono aumentate sia nel punto vendita di Contrada Ronzino a Patti sia on line attraverso il sito dedicato», sottolinea Paolo Giuttari, presidente di Ceramiche Siciliane Pattesi e ottavo socio della cooperativa. «Ora uno tra i clienti più promettenti è il gestore di un nuovo ristorante in Messico, che, secondo i progetti, rappresenta il primo di una specifica catena e che è intanto è partito con una importante commessa. Ma sono in corso trattative anche con altre grandi aziende italiane, per cui si comincia a respirare in cooperativa un fiducioso ottimismo», conclude Giuttari.
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Il ruolo della Fondazione di Comunità di Messina
La Fondazione di Comunità di Messina negli anni ha accompagnato la nascita e il consolidamento di oltre 150 imprese generando oltre 500 posti di lavoro, fra cui lo start up del Birrificio Messina, Workers Buyout (WBO, imprese rigenerate in forma cooperativa dagli ex dipendenti) di successo. Anche alla luce di questa strategia, la Fondazione ha sostenuto i soci-lavoratori delle Ceramiche Siciliane Pattesi attraverso il rafforzamento delle competenze manageriali, ha supportato la pianificazione economico finanziaria e ha favorito l’attrazione delle risorse finanziarie per un sano start up. Inoltre, ha istituito un Fondo di venture philantropy a favore della nuova cooperativa di ex dipendenti divenuti imprenditori.
Gaetano Giunta, Segretario Generale della Fondazione di Comunità di Messina, è convinto che «sostenere esperienze di WBO costituisce oggi una possibile misura strategica per promuovere forme di economie ‘giuste’, oggi più che mai necessarie in questa fase di fragilità socio-economica che ha accompagnato e che seguirà la crisi pandemica. I nostri studi dimostrano con chiarezza che tali forme organizzative partecipative, se accompagnate nella fase iniziale per favorire l’acquisizione di competenze manageriali, economico-finanziarie e commerciali, manifestano maggiore efficienza economica e, insieme, capacità di contrastare le crescenti e non più sostenibili diseguaglianze». Non a caso il Forum Diseguaglianze Diversità, di cui la Fondazione di Comunità è co-fondatore, ha lanciato al Governo una proposta articolata per fare di tali approcci economici misure strategiche di resilienza. Proposta anche esplicitamente ispirata all’esperienza messinese.
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La storia
Le produzioni delle ceramiche sono da secoli un elemento distintivo e una centralità produttiva del comune di Patti (Me), conosciuto anche come la “Citta delle Ceramiche”. Qui molti laboratori e piccole industrie erano riconducibili ad alcune famiglie storiche del territorio e tra questi vi era la famiglia Caleca, che già dai primi del ‘900 produceva per il mercato interno e, in alcuni casi, per i mercati internazionali.
Nel tempo la Ceramiche Caleca diventa un marchio di rilievo del made in Italy. L’alta qualità porta l’azienda ad esportare in tutto il mondo, in particolare Europa, Usa e Giappone. Nelle fasi di maggiore sviluppo arriva a contare circa 120 dipendenti. Nel 2014 dopo alcuni anni di contrazione dei mercati e difficoltà gestionali, il Tribunale di Patti dichiara il fallimento dell’azienda e la conseguente chiusura dell’attività.
Nello stesso anno, il Cavaliere del Lavoro Salvatore Ruggeri decide di investire per dare continuità all’attività della Ceramiche Caleca. A dicembre del 2014 costituisce le Ceramiche Siciliane Ruggeri, coinvolgendo 19 ex lavoratori con esperienza ventennale delle Ceramiche Caleca. L’azienda acquisisce una forte riconoscibilità di brand e una discreta quota di mercato, ma nel 2020 a causa della pandemia e di una necessaria difficile transizione organizzativa, Ruggeri decide di mettere in liquidazione volontaria l’azienda. È qui che subentra il desiderio di rimettersi in gioco di 7 ex dipendenti, facendo della propria indennità di disoccupazione il capitale sociale di una nuova cooperativa, appunto le Ceramiche Siciliane Pattesi.
Fin dall’inizio, la vecchia proprietà accompagna e supporta l’iniziativa dei lavoratori. Ceramiche Siciliane Pattesi (CSP) utilizza infatti fin dalla propria costituzione un marchio riconosciuto e apprezzato sui principali mercati nazionali e internazionali del settore della ceramica e opera all’interno dei capannoni, messi a disposizione gratuitamente dalla società liquidata, che ora ha intenzione di acquistare. Lo stesso Ruggeri decide di erogare una prima piccola donazione per avviare il fondo di venture philantropy.