Presentato un documento sul superbonus realizzato nell’ambito del progetto Welfare Energetico Locale coordinato dalla Fondazione Basso e dal Forum Disuguaglianze e Diversità che mostra che nel capoluogo friulano il 54% degli interventi sia stato realizzato in condomini abitati da famiglie di ceto medio-basso
Adesso Trieste è una delle cinque organizzazioni locali coinvolte nel progetto Welfare Energetico Locale coordinato dalla Fondazione Basso e dal Forum Disuguaglianze e Diversità. Martedì 24 febbraio, l’organizzazione triestina ha presentato, durante una conferenza stampa, un documento che è il risultato della prima fase del progetto, e in cui è analizzata in particolare la politica del 110%.
“I dati raccolti in questi mesi a Trieste ci hanno mostrato che a differenza del bonus 65% – ha commentato Giovanni Carrosio coordinatore scientifico del progetto e membro del ForumDD – il bonus 110% è stato utile per tutte le fasce della popolazione e distribuito in tutti i quartieri della città”.
Dallo studio di Adesso Trieste è emerso come i cantieri relativi al 110% nella città di Trieste si siano distribuiti equamente tra i rioni più ricchi e quelli più marginali, e che il 54% degli interventi sia stato realizzato in condomini abitati da famiglie di ceto medio-basso. Questo conferma che la cessione del credito ha funzionato nel garantire anche ai ceti medio-bassi il diritto al risparmio e alla conversione energetica. “Con queste evidenze, le modifiche da apportare a questo strumento non sono certamente relative alla cessione del credito – continua Carrosio – lo strumento potrebbe essere reso invece più progressivo: il 110% è intervenuto in modo univoco, senza tenere conto della capacità di spesa o del reddito dei destinatari. Le percentuali di cessione del credito si potrebbero differenziare, mantenendo il 110% per i ceti medi e medio-bassi e riducendo questa percentuale, in modo incrementale, per i ceti più alti. Questa modifica alleggerirebbe il mancato introito per le finanze pubbliche, sposterebbe l’interesse delle imprese e dei professionisti nel promuovere interventi nei quartieri più poveri e andrebbe nella direzione di maggiore giustizia sociale”.