Solo un sistema di mercati aperti può aiutarci nella lotta alle pandemie, contro i monopoli. Ugo Pagano sull’Espresso
In questi giorni alcune case farmaceutiche hanno annunciato che cercheranno di distribuire in un’unica fiala sia il vaccino per l’influenza stagionale che quello per il Covid-19. Questo annuncio segna una importante svolta per quanto riguarda le strategie più idonee a combattere la pandemia.
La possibilità di fare un vaccino per il Covid-19, valido per tutte le future varianti, sembra sempre meno plausibile. Diventa probabile che i richiami possano avere una cadenza stagionale.
Per via delle loro continue mutazioni, i virus influenzali richiedono una organizzazione della ricerca e della produzione molto complessa. Diverso è il caso di altri vaccini come, tetano, polio, difterite o morbillo in cui non si ha bisogno di una continua attività di ricerca tesa a inseguire, e possibilmente anticipare, le mutazioni del patogeno.
La sospensione dei brevetti è stata vista come una eccezione, dovuta alle drammatiche circostanze della pandemia, a un sistema che altrimenti funzionerebbe grazie agli incentivi dovuti a brevetti e ad altre forme di proprietà intellettuale. Eppure è proprio vero il contrario. È la proprietà intellettuale che costituisce una rottura con il modo prevalente di fare ricerca e di produrre nel campo dei vaccini. I vaccini non sono stati finora brevettati e poco hanno interessato le case farmaceutiche private che trovano preferibile investire in medicine per malattie croniche che sono più lucrative proprio perché non esauriscono rapidamente la loro funzione. Proprio il caso dell’influenza stagionale è a questo proposito…Continua a leggere su L’Espresso
* Ferruccio Sansa all’assemblea di Genova che osa in Piazza Don Gallo. Foto di Luca Dore.
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