Disuguaglianze nella partecipazione alle decisioni

Le disuguaglianze nella partecipazione alle pubbliche decisioni hanno un peso fondamentale non solo perché toccano una dimensione importante della nostra libertà sostanziale, ma perché, alterando le pubbliche decisioni in favore di alcuni, tendono a perpetuare e ampliare le altre disuguaglianze. Sono ovviamente fortemente legate alle disuguaglianze di ricchezza, per il condizionamento che il possesso di ricchezza può esercitare direttamente sulle decisioni (attraverso lobbying e donazioni, se non attraverso la corruzione), e per il peso (crescente) della ricchezza privata sulle campagne elettorali e quindi sugli esiti della democrazia elettiva.

 

Ma gli spazi potenziali della partecipazione restano elevati, sia nella democrazia elettiva, sia nella democrazia deliberativa. In Italia, dove la democrazia elettiva è ulteriormente indebolita dalla crisi dei partiti e da un finanziamento pubblico ridotto e distorto a favore dei partiti sostenuti da persone con redditi più elevati, la democrazia deliberativa è vivificata in forme inusuali dalla presenza di una moltitudine di organizzazioni di cittadinanza attiva: un’opportunità significativa  in un contesto in cui, con l’istruzione di massa, la conoscenza necessaria per assumere decisioni pubbliche efficaci è diffusa e dispersa fra i cittadini. È proprio da queste organizzazioni che il Forum trae larga parte delle proprie forze e della propria stessa ragion d’essere.

 

Oltre che attraverso l’articolo 3, la Costituzione tutela e promuove la partecipazione alle pubbliche decisioni attraverso molteplici articoli (1, 17-18, 48-51, 71, 75, 138). Quanto all’Agenda 2030, essa appare relativamente debole su questo fronte, pure toccato dai target 16.6 (istituzioni trasparenti e verificabili), 16.10 (accesso pubblico alle informazioni) e 16.7 (processo decisionale inclusivo e partecipativo).

 

Molteplici sono anche qui le questioni di interesse, che si aggiungono a quelle che riguardano la partecipazione dei lavoratori al governo delle imprese, affrontata all’interno del tema disuguaglianze di reddito e lavoro e povertà. A titolo esemplificativo: Come colmare il divario che si è andato accentuando fra cittadini e classi dirigenti? Come ridare ai partiti credibilità e fermare l’aumento dell’astensionismo? Quali spazi genuini di partecipazione sono offerti oggi dallo Stato, come possono essere utilizzati dalle organizzazioni di cittadinanza attiva e come conquistarne altri? Quali azioni e alleanze devono essere realizzate dalle organizzazioni di cittadinanza attiva per produrre in modo crescente effetti sistemici sulle “grandi decisioni”? Come ridurre i rischi e accrescere le opportunità delle donazioni private all’associazionismo? Il tema del “lavoro” non è al centro dell’azione delle organizzazioni di cittadinanza attiva: come correggere questa situazione? Quale rapporto con i sindacati?

 

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