Inviato al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte e ora reso pubblico, il documento del Forum Disuguaglianze e Diversità analizza punto per punto la bozza del Piano Nazionale Ripresa e Resilienza che stasera tornerà all’attenzione del Consiglio dei Ministri, per la discussione e la possibile approvazione. Avanzando alcune proposte, il Forum si prepara a quel confronto pubblico indispensabile per la qualità e il successo del Piano.
Roma, 12 gennaio 2021_ La bozza del Piano Nazionale Ripresa e Resilienza torna questa sera all’attenzione del Consiglio dei Ministri per la discussione e la possibile approvazione. Sulla base dei materiali informalmente circolati dal 7 dicembre in poi, il ForumDD ha preparato e inviato al Presidente del Consiglio un Documento di valutazione e proposte di quella Bozza, per prepararsi, in ogni circostanza, a quel confronto pubblico che appare indispensabile per la qualità e il successo del Piano. In estrema sintesi, la versione del Piano ora predisposta segna un passo in avanti, ma la strada per arrivare a una strategia-Paese che “non dovrà riportarci al tempo di prima, ma dovrà costruire un’Italia nuova” – come recita la bozza – è ancora lunga. Il salto può essere prodotto solo da una fase di confronto informato con le organizzazioni della società secondo i principi di “partenariato sostanziale” stabiliti dall’Europa e richiamati dal Documento.
Attraverso il confronto pubblico, dovranno prima di tutto essere realizzati progressi in tre direzioni generali:
Strategia:
- Dare effettiva attuazione alla priorità trasversale di genere e alle altre due priorità trasversali, generazionale e territoriale, con progetti integrativi e con una verifica di metodo di tutti i progetti
- Prevedere una priorità trasversale aggiuntiva, “dare dignità e partecipazione strategica al lavoro”, con due interventi di riforma
- Assicurare tutte le risorse correnti di Bilancio necessarie a gestire le nuove infrastrutture sociali attivate
- Utilizzare per le missioni un linguaggio degli obiettivi, non delle azioni, per motivare l’intero paese in modo trasparente
Risultati attesi:
- Colmare l’attuale grave lacuna per cui la maggioranza dei progetti è priva dell’indicazione dei “risultati attesi” (in termini dei benefici per la popolazione) o addirittura indica al loro posto le “realizzazioni” (numero di progetti fatti, di imprese incentivate, di aderenti, di infrastrutture completate). Assente tale chiarimento, l’utilità dei progetti non è giudicabile, né l’Unione Europea potrà accettarli.
Amministrazioni Pubbliche e governance del Piano:
- Il Piano deve rappresentare l’occasione per avviare una rigenerazione delle PA fondata su: motivazione dei dipendenti in base a obiettivi strategici; assunzioni di giovani con bandi celeri (non oltre 5-6 mesi) e moderni; formazione di qualità; co-progettazione diffusa con gli attori sociali.
- Affinché il Piano (che per il 60% include progetti affidati a strutture territoriali) possa essere attuato con successo, deve diventare esso stesso l’esperienza pilota di tale rigenerazione: individuando subito le amministrazioni territoriali responsabili, motivandole e potenziandole; creando in ogni Amministrazione centrale un centro unico di responsabilità di ogni sezione del Piano, affidandola a dirigenti (interni o esterni) di massima qualità e dotati di adeguate risorse; costituendo uno staff tecnico a disposizione del Referente unico nazionale che assicuri la pronta identificazione e rimozione degli ostacoli (come proposto assieme a ForumPA e Movimenta).
Il Documento del ForumDD interviene quindi con molteplici proposte puntuali o con quesiti su due assi strategici generali – transizione ecologica e transizione digitale – e su sei obiettivi strategici puntuali da rafforzare:
- Transizione ecologica: Verificare che il rispetto del vincolo di una quota green del 37% sia effettivo. Ricalibrare e integrare i progetti con un chiaro indirizzo di contrasto del cambiamento climatico che integri “ambientale” e “sociale”.
- Transizione digitale: Accompagnare gli importanti e utili progetti sulle infrastrutture con una chiara identificazione dei risultati di miglioramento dei servizi che si intendono con la “digitalizzazione delle PA”.
- Potenziamento della didattica e diritto allo studio: Nonostante le maggiori risorse ora previste l’emergenza educativa, aggravata dalla sottrazione di futuro prodotta dalla chiusura delle scuole, richiede più risorse e più qualità degli interventi. Per le università, ciò va accompagnato da una riforma del modo in cui se ne valuta l’impatto sociale.
- Una casa dignitosa, sicura, energeticamente efficiente e “socievole”. Integrare fra loro e legare alle caratteristiche dei contesti territoriali gli interventi per la casa e rafforzare l’intervento per l’edilizia residenziale pubblica.
- Dignità e partecipazione strategica del lavoro: Affrontare la priorità di genere attraverso interventi strutturali, più che di de-contribuzione fiscale. E realizzare o avviare due riforme urgenti per assicurare retribuzione dignitose e una “partecipazione strategica” al lavoro, assieme alla comunità.
- Aprire a PMI rinnovate ogni sapere tecnologico: Vagliare tutti gli interventi previsti, specie quelli di incentivazione finanziaria, alla luce dell’unico metro possibile: quali sono i risultati attesi? Quanta maggiore diversificazione delle vendite o esportazioni? Quale rinnovamento del management? Quale incremento di produttività? Quale impatto ambientale?
- Liberare il potenziale delle aree marginalizzate: Valorizzare l’attenzione presente nel Piano alle aree marginalizzate del Paese (aree interne, periferie, aree sismiche, coste), integrando gli interventi esistenti e affidandole all’indirizzo di centri unici di competenza. E per le aree sismiche accompagnare gli investimenti con l’immediata costruzione di una strategia permanente per le ricostruzioni affidata a un unico centro di competenza delle AP.
- Dotare il Paese di un sistema di infrastrutture sociali integrate: Dare concretezza all’obiettivo trasversale di parità di genere e promuovere un forte contrasto delle disuguaglianze attraverso una infrastrutturazione sociale integrata che torni a poggiare su un unico centro di competenza nelle PA, sull’introduzione dei Livelli Essenziali di Assistenza e su un’idea di cura posta al centro delle politiche e delle comunità.
E’ possibile SCARICARE QUI IL DOCUMENTO.