Il part-time involontario colpisce più le donne degli uomini. Presentato il report in Senato

Pubblicato il Report del Forum Disuguaglianze e Diversità “Da conciliazione a costrizione: il part-time in Italia non è una scelta. Proposte per l’equità di genere e la qualità del lavoro”, una fotografia a 360 gradi del fenomeno del part-time involontario. Emerge che sotto ogni profilo, socio-demografico, territoriale, di tipologia contrattuale o di settore le donne sono maggiormente colpite degli uomini dal fenomeno del part-time involontario. In generale questo aumenta anche nel Mezzogiorno, tra le persone straniere, tra chi possiede un basso titolo di studio e tra le persone con un impiego a tempo determinato. Dati confermati dall’analisi delle unità locali italiane: in otto imprese su dieci l’incidenza delle donne in part-time sul totale dei dipendenti è oltre il 50%. Dal Report si evince che il 12% delle imprese usa il part-time in modo strutturale (oltre il 70% dei dipendenti) e che queste imprese sono meno attente alla qualità del lavoro. Le politiche per cambiare rotta devono insistere sul rafforzamento della contrattazione, sui disincentivi alle forme involontarie di part-time e sull’aumento dei controlli